Palazzetti chiusi: basket senza futuro pensa a impianto privato

Parla il presidente FIP provinciale

“Un’altra stagione senza impianti sportivi?”

Il basket catanzarese non sogna la luna vorrebbe solo un palazzetto in cui giocare” dal capoluogo di regione il delegato provinciale Fip Alessandro Scozia chiede chiarimenti in merito allo stato dell’impiantistica sportiva comunale di Catanzaro in “una situazione che è arrivata all’assurdo e che preoccupa seriamente la Federazione Italiana Pallacanestro tanto da indire una riunione, con i vertici regionali e provinciali per discutere del problema e chiedere nuovamente alle Istituzioni di garantire all’intera comunità il diritto allo sport”.

Le chiusure ad inizio anno del PalaGallo e del PalaGreco hanno provocato seri disagi non solo al basket ma a tutto lo sport indoor catanzarese, dirottato nelle strutture di Sant’Elia, di Giovino e dell’intera provincia. “Abbiamo fatto i salti mortali per riuscire a concludere lo scorso campionato e ancora non sappiamo come e dove potrà essere svolta la prossima stagione – commenta Scozia -. Non guardiamo alle singole società ma al diritto allo sport negato per una città abituata da sempre ad avere due palazzetti e che ora non solo è rimasta senza ma non ha risposte concrete dalle Istituzioni. Pare che a via Paglia, storico impianto della pallacanestro cittadina, i lavori dovrebbero essere consegnati entro ottobre mentre al PalaCorvo sono in corso ulteriori lavori di adeguamento, nella speranza che questa volta siano risolutivi. Ma queste sono solo voci di corridoio, infatti, nonostante Fip e Coni abbiano chiesto un incontro per chiarire la questione non conosciamo le intenzioni del Comune in merito all’utilizzo dei due impianti sportivi. Chiediamo risposte celeri per poter programmare in serenità una stagione che vede coinvolti tanti giovani catanzaresi in campionati nazionali, regionali e under”.

Ed è proprio per questa ragione che tra i progetti a lungo termine della Fip “c’è l’idea che verrà a breve formalizzata di costruire in forma associativa e con l’ausilio del credito sportivo una struttura in grado di supplire alle carenze del Pubblico – conclude Scozia –, un luogo di sport accessibile a tutti a prescindere dalle necessità delle singole società”.

Claudia Vellone