
La febbre familiare mediterranea è una malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva caratterizzata da episodi ricorrenti di febbre e peritonite, talvolta con pleurite, lesioni cutanee, artropatia, e, molto raramente pericardite.

Può svilupparsi un’amiloidosi renale, la quale può a volte portare a un’insufficienza renale.
Le popolazioni originarie del bacino mediterraneo sono più frequentemente colpite rispetto ad altri gruppi etnici.
Un argomento certamente importante da trattare e che sarà approfondito domani 22 giugno a Catanzaro, nell’aula biblioteca dell’ospedael Pugliese-Ciaccio alle ore 9, esattamente in viale Pio X, 83.
Importanti proffessionisti si confronteranno sulla malattia, che è fondamentale far conoscere.
La diagnosi è strettamente clinica, anche se è disponibile un test genetico. La terapia profilattica con colchicina previene in quasi tutti i pazienti l’attacco acuto e l’amiloidosi. Con il trattamento la prognosi è ottima.
La febbre familiare mediterranea è una malattia che colpisce le popolazioni originarie del bacino del Mediterraneo, prevalentemente Ebrei (specialmente sefarditi), Arabi nordafricani, Armeni, Turchi, Greci ed Italiani. Tuttavia, si sono verificati casi di malattia in altre popolazioni (p. es., Ebrei ashkenaziti, Cubani, Belgi, Giapponesi), il che deve mettere in guardia dall’escludere la diagnosi unicamente in base all’origine. Fino al 50% dei pazienti presenta un’anamnesi familiare positiva per la malattia, generalmente a carico dei fratelli.
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