Piazza Matteotti, la ‘Madre piangente’ tornerà nel Monumento ai Caduti

 Non sono in molti i catanzaresi che possono vantare di aver visto in piazza Matteotti la “Madre piangente” del Maestro calabrese Michele Guerrisi. La scultura bronzea venne infatti distrutta dai bombardamenti del 1943, ad appena dieci anni dalla sua collocazione accanto al gruppo dedicato ai Caduti. I frammenti di bronzo, mandati in fonderia, vennero poi utilizzati dallo scultore Giuseppe Rito come materiale per la statua “Giustizia e Libertà”, posizionata sulla scalinata interna del tribunale cittadino.

La Scuola di scultura dell’Accademia di Belle Arti, in occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, aveva proposto una rielaborazione in chiave moderna della statua. Intanto, grazie anche ai lavori di riqualificazione della Piazza, sono già state restaurate le parti danneggiate del monumento ai Caduti, primo passo utile alla piena valorizzazione dell’opera.

Oggi l’idea progettuale dell’Accademia fa un sostanziale passo avanti: il sindaco Sergio Abramo ha incassato l’assenso di massima della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Calabria alla riedizione della statua.

“Con la rilettura della “Madre piangente” – ha affermato il sindaco – verrà rinforzata la tutela della memoria collettiva e verrà restituito alla Città un bene culturale dall’altissimo valore storico. Il gruppo bronzeo che rivedrà la luce nella collocazione originaria avrà con la nuova veste di piazza Matteotti una cornice più suggestiva. È un progetto complessivo – ha aggiunto il sindaco – che unisce per la riqualificazione della piazza, le idee di un maestro dell’architettura mondiale come Franco Zagari e, per la ristrutturazione e ricostruzione del Monumento ai caduti, il talento artistico dei docenti della Scuola di scultura della nostra Accademia, con la quale continua un proficuo e spero ancora più duraturo rapporto di collaborazione. La nuova Piazza Matteotti e la prossima ricostruzione della “Madre piangente” contribuiranno a rendere quella zona molto frequentata del capoluogo – ha concluso Abramo – un luogo della memoria e dell’arte, anche contemporanea, apprezzato da tutti”. (VL)