Morte sospetta in ospedale, nove camici bianchi a giudizio

Tutti a giudizio. Il gup del Tribunale di Catanzaro Claudio Paris ha rinviato a giudizio nove camici bianchi accusati dell’omicidio colposo di Domenicoantonio Rocca, dell’entroterra Crotonese. Si tratta di  Roberto Morace, Teresa Amoruso, Maria Lucia, Domenico Frontera,Carmelo Pintaudi, Giuseppe Clericò, Maria Conte, Giuseppe Muccari e Antonio Costantino. Il giudice non ha accolto la richiesta di non luogo a procedere formulata dal pm Corrado Cubellotti, che nel corso della requisitoria ha insistito per il proscioglimento dei  camici bianchi che hanno avuto in cura il paziente dall’11 al 30 novembre 2015, giorno in cui il paziente è morto per una miocardite legata ad una sepsi. Una richiesta basata sul presupposto che “gli esiti delle consulenze tecniche della Procura hanno accertato l’assenza di negligenza, imperizia dei medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Crotone e di quelli in servizio al nosocomio del Pugliese- Ciaccio di Catanzaro, che hanno avuto in cura il paziente” e in merito alla quale si erano associati gli avvocati difensori Valerio Zimatore, Carlo Petitto, Antonio Sgromo, Simone Rizzuto, Silvana Aversa, Rosa Giorno. Il processo per gli imputati inizierà il prossimo 10 febbraio.

Le accuse. Secondo le originarie ipotesi accusatorie Roberto Morace, medico di turno al Pronto soccorso di Crotone,  l’ 11 novembre 2015,  avrebbe omesso di contattare un centro antiveleni per richiedere una consulenza specialistica ad hoc, di disporre il  ricovero del paziente per tenerlo in osservazione e rilevare eventuali segni più evidenti di tossicità, pur presentando Rocca alcuni sintomi tipici di avvelenamento da pesticidi. Teresa Amoruso, anche lei medico di turno al Pronto soccorso dell’ospedale di Crotone, nonostante i sintomi tipici dell’avvelenamento da pesticidi fossero più evidenti, (astenia, febbre, dolori articolari) e  fosse a conoscenza dell’esposizione del paziente ad una sostanza chimica potenzialmente tossica e pericolosa per la salute umana, avrebbe omesso di contattare il centro veleni per una consulenza specialistica, di ricoverare il paziente e predisporre tempestivamente le terapie necessarie. Tra l’altro, sempre in base alle originarie ipotesi di accusa, il medico, avrebbe formulato l’errata diagnosi di faringotonsillite in un paziente a cui le tonsille erano già state asportate durante un precedente intervento chirurgico. Da Crotone Rocca decide di andare all’ospedale di Catanzaro, ricevendo le cure di Maria Lucia, medico del Pronto soccorso dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Domenico Frontera, Carmelo Pintaudi, Giuseppe Clericò, Maria Conte, Giuseppe Muccari,  medici del reparto di Medicina generale del Pugliese- Ciaccio, dal 14 al 30 novembre 2015. Secondo le ipotesi di accusa, i camici bianchi del Pugliese, avrebbero valutato erroneamente i risultati di laboratorio, omettendo di modificare il trattamento farmacologico, non curanti delle risultanze degli esami del paziente. Questo sarebbe avvenuto nonostante  “l’acquisizione del dato dell’esposizione del paziente ad un potente pesticida e pur avendo contattato il centro antiveleni di Milano per una consulenza specialistica, i cui esiti confermavano la tossicità  dell’antiparassitario a cui il paziente era stato a lungo esposto”.  (g. p.)

 

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