
La cronaca impone la necessità di alzare le protezioni pedonali del Viadotto
Torna prepotentemente a fare notizia la sicurezza del Ponte Bisantis-Morandi.
Stavolta non tanto per le condizioni strutturali, visto che sono iniziate le opere di rafforzamento a cura dell’Anas.
A scuotere le coscienze sono due episodi di cronaca che hanno in qualche modo scosso la città, da tempo quasi rassegnata a casi del genere.
Due persone hanno tentato di togliersi la vita buttandosi dalla struttura-simbolo del capoluogo di regione.
La prima c’è riuscita purtroppo, sabato sera (si tratta di un uomo di 51 anni, V.M.).
Una seconda, una donna sessantenne, ha tentato di farlo ieri sera dal tratto in uscita da via Turco ma la vegetazione ne ha fortunatamente attutito il volo ed ora la persona in questione non è in pericolo di vita.
Fondamentale l’opera dei Vigili del Fuoco che hanno recuperato con grande difficoltà il corpo dell’aspirante suicida di notte ed in una zona impervia.
Tutto ciò comunque rimette al centro del dibattito l’assoluta necessità di apporre delle ringhiere di protezione alle grate del viadotto.
Non si può derogare ulteriormente né attendere di sapere ogni volta chi sarà la prossima vittima, sempre di solito una persona disagiata, indigente, emarginata. Basta col cordoglio di parata e le manifestazioni di buone intenzioni.
La triste cronologia del ‘Ponte’ conta troppi morti e chissà quante persone tentate a farla finita proprio da li, dove altri sono riusciti e dove la stanchezza e la solitudine sono più forti di quelle grate.
Vogliamo provare ad immaginare quali sarebbero le conseguenze se invece del solito ‘invisibile’ a compiere l’insano gesto fosse una persona molto conosciuta o un suo diretto congiunto?