Inferno di violenza per una donna-schiava

Personale della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, a carico di quattro persone: si tratta dei pregiudicati  catanzaresi Nicola  Cappellano (1965) e Gianluca  Berlingieri (1978); del lametino Rinaldo Berlingeri (1973) e di Ivan Contino, incensurato, nato a Catanzaro nel 1984, quest’ultimo sottoposto alla misura di presentazione all’A.G. I quattro sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale di gruppo e furto aggravato. Il provvedimento cautelare, trova fondamento nell’attività di indagine della Squadra Mobile che ha raccolto e riscontrato le allarmanti dichiarazioni di  una giovane donna (convivente all’epoca dei fatti del Cappellano Nicola), ed attualmente ospitata, con l’ausilio dei Servizi Sociali presso una Casa Famiglia. In particolare, il Cappelano Nicola, risponde di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale di gruppo. Per quest’ultimo reato le violenze sessuali venivano attuate unitamente al Berlingieri Gianluca ed al Berlingeri Rinaldo.Il Cappellano, infatti, attraverso continue vessazioni di carattere fisico costringeva la sua convivente, nel periodo compreso tra la fine dell’anno 2012 e l’aprile dell’anno 2013, ad una condizione di completa sottomissione, imponendole rapporti sessuali con altre persone di cui tratteneva i corrispettivi ed attuando, più volte, nei suoi confronti, delle violenze sessuali di gruppo unitamente agli altri indagati. L’attività investigativa si è sviluppata oltre che con l’escussione della donna, che ha ricostruito le vicende di cui era rimasta vittima, anche con una minuziosa attività di riscontri e di accertamenti sulle ulteriori fattispecie di reato, contestate ai menzionati soggetti colpiti dal provvedimento cautelare e che sono state compendiate in una informativa depositata all’A.G. nel luglio di quest’anno. La locale Procura della Repubblica ritenendo ampiamente fondati gli elementi di indagine richiedeva al GIP l’emissione dell’odierno provvedimento che veniva pienamente accolto . Dopo le formalità di rito gli indagati sono stati associati presso la locale casa circondariale, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

I quattro rischiano una condanna dagli 8 ai 20 anni.