Incendi campo rom Scordovillo, blitz dei Carabinieri

Nei guai la Beda Ecologia di Lamezia

Cinque custodie cautelari in carcere e 34 divieti di dimora. É questo il bilancio dei blitz dei Carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme che, questa mattina, coadiuvati dal Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, dai militari dei Comandi Provinciali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, dal Gruppo Carabinieri Forestali di Catanzaro, dal 14° Battaglione Calabria e dal personale dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, sono intervenuti presso il campo rom di Scordovillo, nel lametino. I 39 soggetti colpiti dalle misure cautelari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Lamezia Terme, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di furto aggravato , attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, discarica non autorizzata, inquinamento ambientale e violazione di sigilli.

L’operazione è nata grazie a una certosina attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica e condotta dalla Compagnia di Lamezia Terme, sugli allacci abusivi alla rete elettrica Enel e sui numerosi incendi di rifiuti nel lo stesso accampamento. Numerose abitazione, infatti, venivano alimentati tramite derivazioni abusiva realizzate con lunghi cavi in rame collegati dirattamente alle cabine Enel, ubicate nelle vicinanze del campo rom.

Le indagini, inoltre, hanno permesso di scoprire una complessa filiera criminale, “orchestrata” dalla “Beda Ecologia Srl”, il cui amministratore unico è Antonio Berlingieri, attiva nel campo del trasporto rifiuti. In particolare è stato documentato che una serie di “microconferitori”, prevalentemente residenti all’interno del campo, dopo aver raccolto ingenti quantità di rifiuti di varia natura, pericolosi e non, vendeva gli stessi alla predetta società, con sede legale e operativa nello stesso insediamento. Qui i rifiuti, non rispettando le norme ambientali, erano lavorati per essere successivamente trasportati presso altre società del medesimo settore del lametino. Gli scarti della lavorazione, invece, venivano dapprima sversati lungo la via d’accesso all’accampamento per poi dati alle fiamme, provocando inquinamento dell’aria e del suolo con possibile interessamento della falda acquifera, come accertato dal personale dell’ArpaCal.

Gli incendi, considerata la natura dei rifiuti speciali e pericolosi, hanno altresì provocato nubi tossiche, contenenti senza alcun dubbio diossina, sprigionate in un’area cittadina vicina al locale ospedale. Nel corso della operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo 15 autoveicoli, utilizzati per il trasporto dei rifiuti, oltre alla società Beda Ecologia.