
Un forte senso di appartenenza per la propria città e tanta forza di volontà. Sono questi i sentimenti che animano le attività di un gruppo di giovani volontari che da qualche giorno hanno deciso di unirsi sotto il nome #primacatanzaro. Un sodalizio di ultima generazione, e non solo per la scelta di riconoscersi sotto un hashtag, ma anche per l’originalità del messaggio che portano avanti. In un contesto sociale dove è divenuta ormai consuetudine demandare le responsabilità di ogni genere alle Istituzioni e in cui si è sempre meno disposti ad essere parte attiva della società, il neonato movimento, attraverso piccoli interventi in città, vuole dimostrare che per migliorare lo stato delle cose bisogna rimboccarsi le maniche. E’ quello che hanno fatto questi giovani catanzaresi dedicando un’intera mattinata per la riqualificazione di Villa Pangea (ex Ghiacciaia), la cui realizzazione è stata finanziata, a suo tempo, dall’Amministrazione comunale ma i cui segni di degrado e incuria erano ormai evidenti. I ragazzi, con il prezioso ausilio della “Aimeri Ambiente”, ditta di cui si serve palazzo “De Nobili”, hanno raccolto una corposa quantità di rifiuti, piazzato dei nuovi cestini gettacarte, pitturato nuovamente i muri sporchi (rispettando i murales presenti) ed iniziato la cura di una parte del verde. Un’iniziativa che si pone in continuità con quella in cui era stato ripulito il muro dei giardini di San Leonardo dallaenorme scritta che era comparsa dopo poco la conclusione dei lavori della nuova piazza, e si inserisce in una serie di progetti già delineati e che verranno attuati a breve. Pochi i mezzi a loro disposizione, ma tanta la passione e la determinazione nel perseguire il loro obiettivo, che come spiegano gli interessati – è quello di lanciare dei segnali all’Amministrazione comunale per sollecitare l’attenzione da rivolgere al verde pubblico, ai monumenti, e a tutto ciò che di bello ha Catanzaro. Non basta ristrutturare le opere e spendere tanto per rimettere a nuovo le strutture esistenti se poi non c’è una manutenzione continua e costante. Mancando la cura, inevitabilmente, subentra una fase di degrado e di abbandono che rende vani anche gli investimenti fatti”. In netta contrapposizione con chi è abituato ad additare i colpevoli del degrado di una città rimanendo però in disparte questi ragazzi sono convinti che queste iniziative potranno dimostrare alla gente quanto sia importante amare il proprio territorio e curarlo. Una lezione di educazione civica e sociale, dunque, ma anche un mezzo per stimolare l’attenzione dell’Amministrazione comunale ad intervenire nel ripristino dei luoghi simbolo dell’identità e dell’aggregazione della città.
Rosita Mercatante