
di Gabriella Passariello
Quattordici condanne e cinque assoluzioni. Il gup del Tribunale di Catanzaro Paola Ciriaco ha sentenziato pene comprese tra i due e i diciotto anni di reclusione per quattordici dei diciannove imputati, giudicati con rito abbreviato coinvolti nell’inchiesta Fructorum.
Le condanne e le richieste di pena. Il giudice per le udienze preliminari ha condannato Giuseppe Feroleto, 8 anni e 4 mesi (il pm della distrettuale Domenico Guarascio ha invocato 11 anni e 2 mesi si reclusione); Antonio Gaetano, 9 anni e 10 mesi (il pm13 anni e 2 mesi); Ferdinando La Forgia, 9 anni e 2 mesi (il pm 12 anni); Alexandro Laratta 2 anni (il pm 2 anni e sei mesi di reclusione); Pantaleone Laratta 18 anni e 8 mesi(il pubblico ministero16 anni); Ferdinando Marchio 9 anni e 6 mesi(il pm12 anni e due mesi); Gaetano Manica 9 anni(il pm11 anni e due mesi di reclusione); Fabio Marino 10 anni e 8 mesi (il pm 13 anni e due mesi di reclusione); Luigi Marino, 8 anni e 10 mesi, (il pm 11 anni e due mesi di reclusione), Pasquale Marino 8 anni e 2 mesi ( il pm 8 anni di reclusione); Francesco Martino 9 anni e 2 mesi (il pm 13 anni e due mesi); Giancarlo Perri 8 anni e 6 mesi (il pm9 anni e due mesi); Francesco Ruggiero, 9 anni e 8mesi (il pm 12 anni e due mesi); Pasquale Torromino, 10 anni e 8 mesi (il pm13 anni e due mesi di reclusione).
Gli assolti. Il giudice per le udienza preliminari ha scagionato dalle accuse Mario Cimino ( il pm ha chiesto 8 anni) Francesco Crugliano (Il pm ha chiesto 8 anni), Antonio De Biase (il pm ha chiesto 14 anni), Massimo Marino (come richiesto dal pubblico ministero della distrettuale), Antonio Martino assolto ( il pm 11 anni e due mesi di reclusione);
Le ipotesi di accusa. Gli imputati rispondono a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, cocaina ed eroina, detenzione illegale di munizioni e ricettazione di un giubbotto antiproiettile provento di furto a un istituto di vigilanza di Corigliano Calabro.
L’inchiesta. L’indagine, convenzionalmente denominata “Fructorum”, perché alcuni associati, venditori e ambulanti, erano soliti chiamare lo stupefacente con nomi di frutti o ortaggi, è scattata all’alba del 15 maggio 2018 con l’esecuzione di 21 misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda. L’attività investigativa ha consentito di accertare come la struttura organizzativa del sodalizio, operava nel territorio di Crotone e si approvvigionava utilizzando canali del Reggino, in particolare a Cinquefrondi nella Piana di Gioia Tauro e di Catanzaro Lido, con un capillare controllo del territorio di riferimento, la piazza crotonese, visto che in una sola serata l’organizzazione era capace di smerciare fino a 20 chili di stupefacente, servendosi, inoltre di staffette in auto o in moto per assicurare la “sicurezza” dei trasporti illeciti evitando i controlli delle Forze dell’ordine. Un gruppo criminale che sarebbe riuscito a comunicare anche dal carcere, servendosi anche delle donne per portare avanti i loro affari. Il sodalizio, sarebbe andato ben oltre i confini regionali, secondo le ipotesi accusatorie, arrivando a esportare la droga anche in Sicilia, in particolare nell’arcipelago delle Eolie, curando i trasporti fin nei minimi dettagli, tant’è che durante i viaggi, per paura di essere intercettati, gli esponenti del gruppo criminale riuscivano a restare in silenzio anche per due ore.