
Una marea di ragazzi, pianti, incredulità per tanta violenza immotivata.
Una chiesa straripante di gente, occhi rossi, visi sconvolti, adulti ma impressiona il gran numero di giovani. Al funerale del giovane Marco Gentile una marea di ragazzi.
Si immedesimano, sgomenti per tanta violenza. Inaudita. Immotivata. 10 euro? Ma nemmeno 100 o 1000 per una giovane vita, magari già disagiata per comuni vicissitudini. Pianti. Incredulità. Abbracci di consolazione che non consolano. Coscienze che fluttuano tra la rabbia della reazione, generatrice di altra violenza, ed il desiderio del perdono cristiano, così difficile per la mentalità umana, tanto dolce e naturale nel Tempio del Sacro Cuore di Gesù, la parrocchia di Lido dove si sono celebrati questo pomeriggio le esequie del giovane. A celebrare messa padre Ilario assieme a don Mimmo Battaglia. Le parole di quest’ultimo scorrono come miele sulle ferite dell’anima, ed interrogano tutti su quanto la società – anche in questo martoriato capoluogo di regione – riesce a fare o non fare per assecondare le migliori intenzioni dei suoi giovani, e per controllarne le inevitabili deviazioni sociali, spesso cagionate da quelle degli adulti, delle famiglie, delle istituzioni.
Le indagini vanno avanti. disposta la custodia cautelare per l’accoltellatore
Intanto il giudice per le indagini preliminari Assunta Maiore, dopo la reticenza del giovanissimo Nicolas Sia, accusato di aver ucciso a coltellate Marco Gentile, gli ha disposto la custodia cautelare in carcere in quanto “allarmante personalita’ che ha ponderato, meditato e organizzato senza ripensamenti, la morte del Gentile”. Per il giudice l’indagato e’ “estremamente pericoloso”, un soggetto “socialmente disadattato, poco inserito nel gruppo e incline alla marginalità’”. L’aggressione, secondo il giudice Maiore, “assolutamente priva di spiegazioni accettabili, e’ stata posta in essere nei confronti di un coetaneo disarmato e indifeso, incredulo davanti alla morte che lo attendeva: il giovane Marco, infatti, non aveva dato peso alle intenzioni del Sia, che gia’ da una settimana aveva avvisato dell’acquisto del coltello e del fatto che avrebbe voluto utilizzarlo ai danni di Gentile. E tanto aveva sottovalutato le minacce che, quando ha visto avvicinarsi Sia, gli ha persino chiesto se fosse vero che voleva ucciderlo. Il giovane Nicolas – sostiene ancora il gip – che ancora avrebbe potuto ravvedersi e tornare sui suoi passi, ha superato irrimediabilmente la linea di confine tra le sue intenzioni e la realtà, e ha realizzato un proposito covato a lungo, inveendo contro Marco, colpendolo ripetutamente alla gola, senza lasciargli alcuna possibilità di salvezza”.
(ndl)