Catanzaro ventriloqua? Come rilanciare la città

Dibattito a piu voci organizzato dalla Pro Loco e dalla libreria Ubik

   Politica, associazionismo, imprenditoria, cultura. Diverse categorie sociali chiamate tutte a riflettere sulla condizione di una città a cui viene contestata una grande colpa. Quella di aver perso la memoria collettiva e, di conseguenza, aver distrutto le sue eccellenze per non aver riconosciuto nel tempo precise responsabilità e non aver fatto germogliare il seme dell’indignazione e della ribellione ogni qual volta che è stata mortificata. Oggi più che mai ci si aspetta uno scatto d’orgoglio da parte del Capoluogo di regione affinché possa rivendicare il suo ruolo di fervente centro culturale. Sono questi i punti salienti del dibattito svoltosi nella sala giunta della Provincia e organizzato dalla Pro Loco di Catanzaro e dalla libreria Ubik. Lo spunto della discussione è stato dato dai libri a sfondo storico scritti da tre autori catanzaresi, Nicola Fiorita, Bruno Gemelli e Alessandro De Virgilio.

Partire dalla memoria per affrontare il presente e arrivare al futuro nella consapevolezza degli errori commessi da più parti. L’incriminata principale resta la politica per non aver gestito nella maniera migliore la res publica, e a cui ha fatto da appoggio la rassegnazione degli abitanti dei Tre Colli. Chiamato in causa il primo cittadino ha affermato: “Mi sento un po’ sul banco degli imputati essendo stato tre volte sindaco” ma passa subito al contrattacco rimarcando la responsabilità dei cittadini che non hanno mai sollevato una sommossa popolare di fronte a decisioni illegittime prese da chi era al potere, degli ordini professionali che non hanno proposto una bozza di piano regolatore, e infine quella delle associazioni il cui contributo non si è mai tradotto in qualcosa di concreto. Dunque, se Catanzaro oggi è una città moriente i colpevoli sono tanti. Aspettiamo di conoscere i nomi degli autori dell’auspicata rinascita.