
Il ricorso costante alla cosiddetta procedura negoziata nel comparto degli appalto pubblici del comune di Catanzaro ha destato la preoccupata attenzione dell’organismo nazionale anticorruzione, l’ANAC. Lo rileva l’associazione Il Baco Resistente secondo cui i dati sarebbero raggelanti, in valore assoluto, e – soprattutto – se posti a raffronto con quelli della gestione precedente, il quinquennio targato Rosario Olivo. La conclusione a cui perviene l’Anac è particolarmente seria, grave ed eccezionale, di fatto ha posto sotto commissariamento il comune di Catanzaro, dichiarando espressamente la necessità di una “… puntuale e costante sorveglianza sia per i contratti in corso, sia per gli affidamenti futuri. Ecco un estratto della comunicazione dell’ANAC inviata al comune di Catanzaro, nella persona del sindaco in carica, Sergio Abramo. “L’Anac comunica di aver posto sotto osservazione il comparto degli appalti pubblici dal 2011 al 2014 – sei mesi di amministrazione Traversa e due di amministrazione Abramo – affidati sul territorio comunale nell’ambito dei servizi e delle forniture con importi superiori a 40mila euro. A destare i sospetti dell’Autorità è stato l’eccessivo ricorso alla cosiddetta procedura negoziata, un istituto giuridico regolato dal comma 40 dell’art. 3 del decreto legislativo 163/2006 che recita: “Le procedure negoziate sono le procedure in cui le stazioni appaltanti consultano gli operatori economici da loro scelti e negoziano con uno o più di essi le condizioni dell’appalto”. Inoltre, il ricorso a tale procedura ha carattere eccezionale e può avvenire soltanto se sussistono determinati presupposti predeterminati dalla legge (se, alla chiusura di una gara d’appalto, non sia stata presentata alcuna offerta, ad esempio, o sussistano motivazioni di natura tecnico-artistica o in casi di estrema urgenza). “Il ricorso alla procedura negoziata e’ stato, complessivamente, pari al 58,48%. Ancora più seri i dati disaggregati: per il comparto servizi, il Comune ha pubblicato bandi in procedura negoziata per il 78,76%, mentre per le forniture vi ha fatto ricorso per oltre il 97%. Il confronto che la stessa Autorità fa nel documento con i dati rilevati nel periodo di osservazione antecedente, quello dal 2007 al 2011 in cui a governare era Rosario Olivo, è impietoso: 12,10% per i lavori e 15,8% per i servizi. La nota a firma di Cantone, si conclude con un monito ben preciso: “Al fine di effettuare le verifiche necessarie sugli affidamenti in corso, nonché per accertare che nelle future procedure attivate dalle articolazioni territoriali e funzionali del comune da Lei presieduto vengano rispettati pienamente i principi di concorrenza ed economicità sanciti dal Codice dei contratti pubblici e scongiurati potenziali fenomeni distorsivi, si ritiene utile rappresentare la necessità di una puntale e costante sorveglianza sia per i contratti in corso sia per gli affidamenti futuri”. Diamo merito ai consiglieri comunali Guerriero, Giglio e Capellupo di aver tentato di portare alla ribalta cittadina questa vicenda, uniche benemerite eccezioni, tra cortigiani e manutengoli, nel desolante e generale panorama di indifferenza e di silenzio.
