A Lido il covo della banda che clonava i bancomat

Arrestati i tre bulgari che avevano inserito un dispositivo sofisticato allo sportello BCC di Montepaone

Ferragosto al fresco per tre abili manigoldi ed un sospiro di sollievo per turisti e residenti sulla fascia jonica del catanzarese. La squadra mobile del capoluogo calabrese ha smascherata la banda che era riuscita a clonare diverse carte di credito e bancomat di ignari clienti bancari. Si tratta di tre bulgari, Popov Milorad Bogdanov di 37 anni ( NELLA FOTO), Kochev Lyuben Dimitrov di 52 e Vasilev Nikifor Yordanov di 51, nati a Sofia ma residenti nel quartiere Lido di Catanzaro.  Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di associazione per delinquere, danneggiamento, tentato furto aggravato e installazione di apparecchiature atte ad intercettare comunicazioni informatiche e per questo sottoposti a fermo di p.g. Con tale apparecchiatura, mediante la registrazione video, veniva rilevato il codice segreto digitato dagli utenti ed attraverso la duplicazione della banda magnetica, fraudolentemente, si aveva accesso al sistema per l’erogazione del contante o alla movimentazione del conto corrente collegato alla carta clonata. Le indagini sono partite a seguito del sequestro di sofisticato dispositivo installato sull’apparecchio bancomat della Banca di Credito Cooperativo di Montepaone, Agenzia di Montepaone (CZ), capace di leggere ed immagazzinare in memoria i dati della banda magnetica delle varie carte si acquisiva la documentazione utile all’individuazione degli autori di tale installazione. Con tale apparecchiatura, mediante la registrazione video, veniva rilevato il codice segreto digitato dagli utenti ed attraverso la duplicazione della banda magnetica, fraudolentemente, si aveva accesso al sistema per l’erogazione del contante o alla movimentazione del conto corrente collegato alla carta clonata. Nelle immagini i fotogrammi hanno rivelato l’identità del Vasilev, quale autore dell’installazione dello stesso da cui gli inquirenti sono risaliti anche ai complici, già noti pure loro per diversi precedenti.  Dopo le formalità di rito i fermati sono stati associati presso la locale Casa Circondariale a disposizione della stessa